La produzione dei serramenti è in piena espansione, ma stiamo vivendo un periodo di scarsità di materie prime, oltre che di aumento dei prezzi. Non fa eccezione il vetro. Un problema non solo per i trasformatori ma anche per i serramentisti. Daniele Predari ne parla con noi di Rivista del Vetro e con Olga Munini di Nuova Finestra
Il particolare periodo economico che stiamo vivendo vede da un lato un boom della domanda dei serramenti, dall’altro la scarsità di materie prime con prezzi alle stelle. La situazione attuale per quanto riguarda la reperibilità del vetro non è esattamente rosea e trasformatori e serramentisti saranno costretti nel breve a modificare l’approccio alla catena di fornitura, programmando a lungo termine, creando partnership con aziende affidabili per dare continuità e garantire gli ordini attraverso una gestione più manageriale.
È indispensabile adottare un nuovo approccio, più organizzato e collaborativo; tracciamo un quadro della situazione con Daniele Predari, presidente di Glass Group e amministratore delegato di Predari Vetri spa, nonché presidente di Assovetro Trasformatori e coordinatore della divisione Vetrazione di Unicmi.
Qual è la situazione attuale del settore del vetro, considerati il caro prezzi e la mancanza delle materie?
C’è una forte carenza di vetro data dalla somma di una serie di circostanze in continua evoluzione, un momento storico molto complicato che vede anche una grande crescita del comparto, si registra il +12% con un trend ancora più importante. Difficile valutare quale impatto si possa avere. Difficile perché i modelli matematici danno una crescita incredibile che si fa fatica a sostenere. Effetti negativi dovuti alla pandemia, perché il vetro non essendo stato inserito nelle filiere prioritarie ha subito un arresto nelle linee di trasformazione che si sta ripercuotendo tuttora sul mercato. I magazzini delle vetrerie erano scarichi non avendo chiarezza sul futuro, ma allo stesso tempo è aumentata molto velocemente la domanda del mercato, soprattutto del residenziale che sta avendo grandissimo impulso dagli incentivi dello sconto diretto in fattura del 50%. E dobbiamo ancora percepire gli effetti del 110%. Non solo. Sono praticamente bloccate le importazioni di materie prime e trasformate anche da paesi come Cina, Spagna, Germania e Austria. La richiesta di prodotto nei loro mercati è infatti in crescita come in Italia. Per dare un’idea dell’impatto, considerate che un nostro giorno di lavoro equivale a 11mila metri di vetro e che uno dei nostri principali fornitori ci ha comunicato che il mese prossimo ce ne fornirà 2mila metri.
Da un giorno all’altro il blocco ha coinvolto anche la fornitura del materiale plastico impiegato per realizzare lo stratificato, che copre oltre l’80% dell’edilizia residenziale. Questo avrà ripercussioni per i prossimi mesi, forse anni
Come state affrontando questo frangente? Quali accorgimenti avete o state prendendo?
È entrata in funzione la gestione degli acquisti con Glass Group, con una programmazione strategica a lunga scadenza sia di produzione sia di consumi. Nel 2020 abbiamo gestito gli acquisti per quest’anno chiedendo garanzie sulla fornitura del materiale, avendo percepito la possibilità di questa tensione sul mercato anche se non di questa portata. Abbiamo quindi fatto un accordo con tre player, uno dei quali ci ha consegnato quantità sufficienti per coprire il fabbisogno attuale, anche se anche loro oggi sono in difficoltà. La situazione sicuramente peggiorerà a luglio, periodo che storicamente vede il picco del lavoro, e i segnali che ci arrivano dal mercato dei produttori è che la disponibilità delle materie sarà inferiore perché non ci si aspettava una crescita così importante. Non solo, nel panorama generale europeo non entrerà in funzione alcun nuovo impianto di produzione, anzi ci saranno gli stop fisiologici dei forni che richiedono manutenzione. In Europa mediamente ci sono 4-5 forni fermi a rotazione, quindi credo che questo andamento di mercato rimarrà simile per i prossimi due o tre anni.
Questo trend si ripropone per tutte le materie prime. Il petrolio ha una disponibilità al momento maggiore ma vede l’aumento dei prezzi. È ripartito solo il mercato cinese e dei paesi limitrofi, seguiranno gli Stati Uniti dove si prevede una crescita vicino all’8%, poi l’Europa con un +5%. Valori che non vediamo da qualche decennio.
Quali saranno le ripercussioni per il settore dei serramenti?
Anche in questo comparto occorrerà essere lungimiranti. Dopo la grande crisi del 2008/2009 c’è stato via via una diminuzione sia delle aziende di trasformazione del vetro sia della capacità produttiva di queste. Per dare un’idea il mercato delle vetrate isolanti, pre crisi raggiungeva quasi i 14 milioni di metri quadrati sul territorio nazionale e nel decennio successivo e tutt’oggi la quantità si è quasi dimezzata. I prodotti si sono evoluti, vetrate con vetro stratificato e triple richiedono lavorazioni più complesse e maggior tempo. Se dieci anni fa si riuscivano a realizzare 700-800 pezzi standard con una linea di vetrate isolanti adesso dalla stessa linea di produzione ne escono 150.
In un’indagine del Cresme, fatta con Assovetro nel 2008, si parlava di circa 1600 vetrerie che dichiaravano di produrre vetrate isolanti, adesso saremo intorno a 300-400.
L’intervista completa a Daniele Predari sarà pubblicata sul numero di settembre di Rivista del Vetro
Ricordiamo che:
Glass Group è un gruppo di aziende sul territorio nazionale che conta 24 stabilimenti produttivi. È un hub di riferimento per quanto riguarda il servizio tecnico e lo sviluppo tecnologico delle vetrerie.
Predari Vetri è un’azienda familiare, gestita da tre fratelli, che si colloca nell’ambito della trasformazione del vetro principalmente nel mercato dell’edilizia residenziale; è tra i primi produttori per quantitativi in Italia.
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